Giaceva a terra, tra l'erba alta e incolta, al limitare della foresta.
Lo vide una sera un uomo, camminando stancamente verso casa, sotto il peso di un'amarezza che da molto tempo gli aveva rubato l'anima.
"Cosa sei?" chiese chinandosi verso l'essere che lo fissava.
"Sono la Vendetta. Prendimi con te."
"Perchè dovrei?"
"Ho il potere di raddrizzarti le spalle e farti sorridere di nuovo".
"Rimani pure dove sei", disse l'uomo. "Sono troppo vecchio e stanco. La rabbia di cui hai bisogno non alberga più in me".
Qualche tempo dopo fu la volta di una giovane donna, il volto segnato da qualcosa di molto simile al dolore.
"Cosa sei?" chiese, indugiando tra l'erba
"Sono la Vendetta. Prendimi con te".
"Perchè dovrei?"
"Ho il potere di renderti felice e farti tornare forte".
"A quale prezzo?"
"Nessuno. Ciò che ti brucia dentro, ciò che ti ha ferito tornerà là da dove é venuto".
"E dopo?"
"Dopo sarai invincibile".
La donna esitò a lungo, ma alla fine raccolse la minuscola creatura e la portò con sé.
Passarono molti anni.
Al posto dell'erba fu piantato il grano e un giorno, al limitare della foresta, passò un bambino. Aveva una strana luce negli occhi.
"Ehi, ragazzino!" lo chiamò la creatura. "Non mi chiedi chi sono?"
"Io so chi sei".
"Allora sai che posso aiutarti."
"Come?"
"Prendimi con te. Ho il potere di aggiustare e cose".
Il bambino si avvicinò di un passo. "Tu sei già dentro di me."
"Impossibile, io non ti conosco."
"Guardami. Sono figlio tuo. Tuo e di una donna che ti ha raccolto molti anni fa."
La Vendetta indietreggiò.
"E come figlio tuo ho il potere di restituirti ciò che hai fatto a mia madre"
Detto questo il bambino schiacciò lentamente la minuscola creatura con la punta della scarpa, poi continuò per la sua strada pensando che forse la Vendetta aveva ragione: restituire il male a chi lo ha fatto rende più forti. E non avendo altro, in qualche strano modo, più felici.
Lo vide una sera un uomo, camminando stancamente verso casa, sotto il peso di un'amarezza che da molto tempo gli aveva rubato l'anima.
"Cosa sei?" chiese chinandosi verso l'essere che lo fissava.
"Sono la Vendetta. Prendimi con te."
"Perchè dovrei?"
"Ho il potere di raddrizzarti le spalle e farti sorridere di nuovo".
"Rimani pure dove sei", disse l'uomo. "Sono troppo vecchio e stanco. La rabbia di cui hai bisogno non alberga più in me".
Qualche tempo dopo fu la volta di una giovane donna, il volto segnato da qualcosa di molto simile al dolore.
"Cosa sei?" chiese, indugiando tra l'erba
"Sono la Vendetta. Prendimi con te".
"Perchè dovrei?"
"Ho il potere di renderti felice e farti tornare forte".
"A quale prezzo?"
"Nessuno. Ciò che ti brucia dentro, ciò che ti ha ferito tornerà là da dove é venuto".
"E dopo?"
"Dopo sarai invincibile".
La donna esitò a lungo, ma alla fine raccolse la minuscola creatura e la portò con sé.
Passarono molti anni.
Al posto dell'erba fu piantato il grano e un giorno, al limitare della foresta, passò un bambino. Aveva una strana luce negli occhi.
"Ehi, ragazzino!" lo chiamò la creatura. "Non mi chiedi chi sono?"
"Io so chi sei".
"Allora sai che posso aiutarti."
"Come?"
"Prendimi con te. Ho il potere di aggiustare e cose".
Il bambino si avvicinò di un passo. "Tu sei già dentro di me."
"Impossibile, io non ti conosco."
"Guardami. Sono figlio tuo. Tuo e di una donna che ti ha raccolto molti anni fa."
La Vendetta indietreggiò.
"E come figlio tuo ho il potere di restituirti ciò che hai fatto a mia madre"
Detto questo il bambino schiacciò lentamente la minuscola creatura con la punta della scarpa, poi continuò per la sua strada pensando che forse la Vendetta aveva ragione: restituire il male a chi lo ha fatto rende più forti. E non avendo altro, in qualche strano modo, più felici.
Tutti i diritti riservati © Claudia Mancino
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