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martedì 24 maggio 2016

Perché io possa immaginarti uomo







Ho bisogno che qualcuno mi racconti di Dio.
Senza retorica, senza frasi fatte.
Ho bisogno che qualcuno mi parli di lui usando parole che comprendo. Non dogmi.
Che gli dia un volto e un'anima, perché io possa immaginarlo uomo.
Che dipinga i suoi occhi perché io possa vederli piangere quando gli chiederò perché.
Ho bisogno di qualcuno che mi racconti che suono ha la sua voce, perché io possa riconoscerla, senza paura, quando gli domanderò quanta forza richiede il silenzio.
Ho bisogno di un volto, di occhi, di una voce perché se Dio esiste, io devo sapere dove cercarlo. Senza smarrirmi.

.... le altre parole sono momentaneamente scomparse per essere incluse in un progetto in collaborazione con un compositore, attori e musicisti.


Tutti di diretti riservati © Claudia Mancino
Foto dal web

martedì 10 novembre 2015

Il potere delle parole






Capita di usare le parole in modo inappropriato o addirittura in modo infelice. Capita di sceglierle male, di pensare che in quel particolare momento ciò che conta è l'effetto che producono. Capita di sottovalutarle, di non cogliere tutto ciò che, nell'immaginario comune, è legato a esse, capita di dimenticarsi che la storia cambia il loro significato, tingendole di ombre di cui non si libereranno mai più.
Capita di prenderle in prestito da altri perché suonano bene, perché pronunciarle ci fa sentire più intelligenti o più forti,  capita addirittura di usarle senza capirle davvero.
Ma quando qualcuno le scrive perché vengano lette, allora meritano un rispetto particolare, meritano una riflessione che fermi le lancette del tempo, che valuti ciò che spesso non si vede: il loro immenso potere creativo e distruttivo.
Una volta scritte non perdonano. Diventano specchio di ciò che siamo o non siamo, dei nostri pensieri o della mancanza di essi.
Scegliere le parole da usare è una responsabilità enorme. Soprattutto se etichettano, feriscono, manipolano, accusano, emarginano o racchiudono odio. Usate male, sono pietre.
Nascondere la mano, dopo, non è più possibile. Una volta scritte, mettono radici.

                       Claudia Mancino