martedì 30 giugno 2015

Spiriti





 “Lassù”, risposi, indicando la cima di una collina.
Lei strizzò gli occhi. “Punta la scimmia. Non vedo.”
“C’è una casa. Accanto alla chiesa”.
“Non vedo nessuna chiesa.”
“Fidati”.
“Di una che affetta il pollo come se stesse sezionando un cadavere? Neanche morta.”
“Cosa c’è che non va nel modo in cui taglio il pollo?”
“Il pollo?” ripeté, guardandomi dritto negli occhi. “Hai snaturato le carote, infiocchettato i fagiolini e creato una scultura cubista con l’ananas. “Sorrise e continuò imperterrita l’elenco delle mie nevrosi. “Pieghi gli angoli della carta igienica, disponi i barattoli per ordine di grandezza e formato, le cravatte per colore e i tuoi armadi sembrano la pubblicità di un negozio di abbigliamento. A casa mia questo si chiama avere un problema.”
“Forse mi piace semplicemente essere ordinata”, cercai di difendermi, ma lei era già pronta inchiodarmi con una prova inconfutabile.
“Stiri le mutande.”
“E allora?
“Non l’ha mai fatto neanche mia madre”, sentenziò e con questo mi mise definitivamente a tacere. 


Il racconto completo alla pagina del blog intitolata Spiriti