martedì 10 novembre 2015

Il potere delle parole






Capita di usare le parole in modo inappropriato o addirittura in modo infelice. Capita di sceglierle male, di pensare che in quel particolare momento ciò che conta è l'effetto che producono. Capita di sottovalutarle, di non cogliere tutto ciò che, nell'immaginario comune, è legato a esse, capita di dimenticarsi che la storia cambia il loro significato, tingendole di ombre di cui non si libereranno mai più.
Capita di prenderle in prestito da altri perché suonano bene, perché pronunciarle ci fa sentire più intelligenti o più forti,  capita addirittura di usarle senza capirle davvero.
Ma quando qualcuno le scrive perché vengano lette, allora meritano un rispetto particolare, meritano una riflessione che fermi le lancette del tempo, che valuti ciò che spesso non si vede: il loro immenso potere creativo e distruttivo.
Una volta scritte non perdonano. Diventano specchio di ciò che siamo o non siamo, dei nostri pensieri o della mancanza di essi.
Scegliere le parole da usare è una responsabilità enorme. Soprattutto se etichettano, feriscono, manipolano, accusano, emarginano o racchiudono odio. Usate male, sono pietre.
Nascondere la mano, dopo, non è più possibile. Una volta scritte, mettono radici.

                       Claudia Mancino